EDUCA: Regaliamo una bicicletta e non lo smartphone

Al Festival dell'educazione Matteo Lancini e Alberto Pellai
Nessun genitore vorrebbe essere un cattivo genitore, ma la tendenza all’ipertutela dei figli verso il modo reale e la libertà incondizionata verso quello virtuale, rischia di delegare alla rete internet l’allenamento alle competenze e alle esperienze della vita. Se ne è parlato oggi ad EDUCA con Matteo Lancini e Alberto Pellai, due tra i più autorevoli esperti di psicoterapia dell’età evolutiva.
L’incontro "Genitori connessi" è stato aperto da Sara Ferrari, assessora all’Università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione allo sviluppo della Provincia Autonoma di Trento: “ll fenomeno dell’innovazione tecnologica non si può fermare e genitori, educatori, insegnanti e allenatori devono conoscere ed insegnare un uso consapevole degli strumenti digitali che condizionano le relazioni umane. La Provincia sta mettendo a punto una legge che vedrà la luce a maggio e che sarà il risultato di un coordinamento delle iniziative dei diversi attori che sul nostro territorio stanno operando in questa direzione: dalle politiche giovanili al Dipartimento della Conoscenza a IPRASE”.

“L’uso da parte di un bambino o di un adolescente della rete e dello smartphone avviene troppo precocemente e senza l’accompagnamento e l’insegnamento del codice giusto – spiega Pellai, ricercatore presso il dipartimento di Scienze Bio Mediche dell’Università degli Studi di Milano e autore di numerosi libri rivolti a genitori, insegnanti, adolescenti e bambini. - Aspettiamo a consegnare ai nostri figli strumenti che non sono in grado di gestire, regaliamo piuttosto una bicicletta come simbolo dell’esplorazione e della ricerca per vivere esperienze reali. ”
“L’utilizzo di internet si è diffuso nei bambini e nelle famiglie contemporaneamente alla chiusura di cortili e giardini- aggiunge Lancini, docente presso il Dipartimento di psicologia dell’Università Bicocca, presidente della Fondazione Minotauro di Milano e autore di numerose pubblicazioni sull’adolescenza.- I genitori vogliono sempre essere connessi con i figli, per controllarli e difenderli da qualsiasi delusione e pericolo, ma in questo modo non permettono loro di trovare la propria strada e di compiere il dovuto percorso di crescita.
E’ importante, inoltre, contrastare la tendenza della nostra società narcisistica, dove i modelli trasmessi sono la competizione, la popolarità e il successo ed insegnare ai ragazzi che fanno parte della vita anche il fallimento, il dolore e la tristezza.
Una volta l’adolescente trasgrediva le regole per realizzarsi, invece oggi si chiude spesso in sé stesso, attanagliato dall’ansia e dalla paura di deludere i propri genitori.
In caso di difficoltà, quindi, sparisce dalla scena o si rivolge a coetanei o alla rete.
Il genitore autorevole è quello che lascia al proprio figlio spazi di autonomia, ma nello stesso tempo sa supportarlo nel modo giusto in caso di fallimento, offrendo ascolto, attento ma non angosciato.”
“La famiglia del Mulino Bianco, sempre felice e sorridente, è una famiglia fallimentare – conclude Pellai – Bisogna smettere di proteggere i figli dal dolore e dalla delusione, e lasciarli liberi di inforcare una bicicletta e incontrarsi con gli amici affinché possano appassionarsi alla vita reale.”

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