EDUCA: i benefici e le condizioni per educare all’aperto

La natura come luogo dove fare educazione anche oltre la pandemia
L’educazione in natura e negli spazi aperti non è solo una strategia anti Covid, ma una modalità pedagogico-educativa che richiede formazione specifica degli educatori e integrazione tra scuole, servizi educativi, famiglie e gli altri attori del territorio. Monica Guerra dell’Università Bicocca: “Fare esperienze oltre le mura domestiche porta a dei benefici fisici, sostiene lo sviluppo fisico, riduce l’obesità, migliora il benessere emotivo e relazionale con un aumento del senso di responsabilità e un sostegno dal punto di vista sociale”. È quanto è emerso al webinar di EDUCA, dedicato all’outdoor cui hanno partecipato più di 500 persone, organizzato dal consorzio Consolida e Cgm.

La pandemia di Covid-19 ha accelerato i processi trasformativi in molti settori e non ha di certo risparmiato il mondo dell’educazione e della scuola. Di fronte alla sfida di garantire contesti sicuri, si sono accesi da alcuni mesi i riflettori sulla cosiddetta dimensione outdoor dell’educazione, considerata particolarmente adeguata agli attuali standard di sicurezza per la salute. Per Monica Guerra pedagogista e docente presso dell’Università di Milano-Bicocca, ospite del webinar di oggi pomeriggio moderato da Francesca Gennai Vicepresidente di Consolida, l’educazione in natura è una modalità per declinare l’outdoor education: “va colta l’opportunità, che questo periodo particolare ci ha dato, per farla diventare una scelta strutturale. Fuori c’è già un setting di apprendimento pronto, c’è già un’esperienza educativa ricca di contenuti. Numerose ricerche dimostrano che fare esperienze oltre le mura domestiche porta a dei benefici fisici, sostiene lo sviluppo fisico, riduce l’obesità, e rafforza la struttura ossea e per finire riduce la miopia. A questi benefici fisici si aggiungono quelli del benessere emotivo e relazionale con un aumento del senso di responsabilità e un sostegno dal punto di vista sociale”. L’apprendimento all’aperto sollecita numerose domande e in quest’esperienza si impara tutto quello che è nei curricula scolastici senza il bisogno di nominarli. È sufficiente seguire le domande e le curiosità che scaturiscono dall’osservazione di ciò che è vero e vivo.

Per Barbara Zoccatelli pedagogista e formatrice che coordina il nido dell’Università di Trento e responsabile dell’Atelier della cooperativa sociale La Coccinella è fondamentale per chi si occupa di servizi e vuole proporre esperienze educative e di cura in outdoor partire da un gruppo educativo in grado di interrogarsi. Il presupposto è che l’alfabeto di un buon educatore che fa con passione e competenza il proprio lavoro non sia troppo differente tra fare le cose fuori o dentro. Fondamentali sono la formazione e la progettazione di queste attività ma anche il coinvolgimento delle famiglie in questi percorsi. Va sostenuta una co-progettazione tra servizi, famiglie e comunità in un dialogo costante.

Massimo Bernardi, responsabile dell’area ricerca e conservazione presso il Muse di Trento ha restituito sul tema uno sguardo da scienziato, ponendo l’accento su come la natura insegni tantissimo ed educare alla natura ha due aspetti che parlano di come sia possibile comprendere e rielaborare l’incertezza. “Quella più empatica che libera la nostra biofilia e fa emergere la nostra affinità con la natura e con l’imprevisto; e quella più legata all’osservazione e all’empirismo. Entrambi sono fondati sull’incertezza che però, in natura si chiama equilibrio dinamico. Così apprendiamo che la natura è mobile, cambia, la vita procede per equilibri dinamici sospinti dall’incertezza”. Il Coronavirus, la pandemia globale, il lockdown e lo stato di emergenza sanitaria sono stati dei grandi momenti di rottura della quotidianità, imprevisti ed imprevedibili nelle loro cause e conseguenze. L’educazione alla natura può avere il pregio di preparare all’imprevisto, fa comprendere che non tutto va sempre come immaginiamo, che ci sono eventi di discontinuità che noi non controlliamo e che possono generare effetti che non ci aspettavamo.

Tutti i dettagli e il programma completo sui siti www.educaonline.it e www.educaimmagine.it .

Il programma di sabato 21

10.45 – 12.15 ADOLESCENTI TRA LOCKDOWN E LOCKOUT con Don Giovanni Fasoli e le testimonianze dei protagonisti di Otium e Oltre Covid da Vinci

14.30 – 16.00 IL TERRITORIO COME RISORSA DIDATTICA con Piergiuseppe Ellerani, Michele Marmo, Angelo Lucio Rossi

16.30 – 18.00 LA TV CHE INSEGNA con Cosimo di Bari, Simone Fratini, Gianfranco Noferi | modera Francesca Gennai

17.30 – 19.15 LA DONNA ELETTRICA proiezione film e laboratorio a cura di Lanterne Magiche

20.30 – 22.30 DISTANZIAMENTO SOCIAL con Irene Graziosi, Sofia Viscardi | modera Ernico Magrelli

I promotori
Il festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, l’Università degli studi di Trento e il Comune di Rovereto, organizzato da Consolida con il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Demarchi e Iprase e il sostegno di Federazione trentina della Cooperazione e delle Casse Rurali Trentine. La rassegna Educa Immagine organizzata dal consorzio Consolida con i partner del festival, vanta la direzione artistica di Trentino Film Commission e il sostengo del piano Cinema per la scuola del MIUR e MiBACT e il contributo di Cassa Rurale di Rovereto.

 

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