Formazione duale: il progetto Sword si avvia alla fase conclusiva

Nel pomeriggio di ieri a Trento la presentazione alle parti sociali e alle istituzioni formative
Nella serata di ieri, presso la sala Belli della Provincia autonoma di Trento, è stato presentato alle parti sociali e alle istituzioni formative lo stato di avanzamento del progetto europeo Erasmus+ Sword (School and wOrk- Related Dual learning). Il progetto triennale, coordinato dal Dipartimento della Conoscenza, si colloca tra gli obiettivi strategici della XV legislatura e nasce dalla necessità di sperimentare nuovi modelli di collegamento fra il mondo della scuola e quello del lavoro. Ha come obiettivo l’individuazione degli elementi di formazione duale trasferibili all’interno del sistema educativo e formativo tra i Paesi partner, a partire dai modelli consolidati presenti nei Paesi di lingua tedesca. I partner di SWORD sono Italia, Austria, Germania e Polonia.

Sviluppare la transizione scuola-formazione-lavoro e l’approccio duale per facilitare l’inserimento occupazionale dei giovani, queste in sintesi le due priorità del progetto SWORD che ha lo scopo di individuare nuovi modelli di collegamento e di transizione scuola-lavoro in contesti caratterizzati dalla presenza di piccole e medie imprese. Inserito nel Programma Erasmus+, SWORD (School and wOrk- Related Dual learning)  si sviluppa nell’ambito di un partenariato strategico che coinvolge, a livello nazionale, le Province autonome di Trento (capofila) e Bolzano e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, mentre a livello europeo partecipano  tre organismi di formazione: Arbeit und Leben di Amburgo, BFI OOE (Berufsfoerderungsinstitut Oberösterreich) di Linz eTNOiK (Towarzystwo Naukowe Organizacji i Kierownictwa Oddzial) di Danzica. L’iniziativa triennale è stata avviata nel settembre 2014 e ha ottenuto un finanziamento complessivo di 364.789,00 euro a fronte di costo di  380.789,00 euro.
“Il raccordo e la transizione scuola-formazione-lavoro costituiscono l’elemento cruciale per favorire l’inserimento di giovani lavoratori nei contesti produttivi – ha esordito ieri nel corso dell’incontro Laura Pedron, dirigente del Servizio Istruzione del II grado, Università e Ricerca – In tutta Europa sono evidenti i problemi di skill gap dei giovani usciti dalla formazione. Da anni – ha proseguito la dirigente –  la Provincia autonoma di Trento ha avviato interventi e misure per definire metodi e strumenti che possano favorire il processo di transizione scuola-formazione-lavoro. Questo progetto iniziato nel settembre 2014, persegue quanto definito a livello provinciale prima ancora della riforma nazionale. Ci auguriamo che una volta concluso ci permetta di esportare modelli che possano introdurre approcci duali in modo sistematico, che stiamo sperimentando nei progetti pilota in altri contesti”.
A seguire è intervenuto Pier Giacomo Sola della società STePS, consulente esperto del progetto, che ha spiegato come il progetto analizzi i contesti dei Paesi Partner a partire dalle caratteristiche dei diversi sistemi educativi e del lavoro per comprendere come elementi del sistema duale possano essere inseriti nei percorsi scolastici e formativi, con riferimento alle esperienze maturate in Austria e Germania. E parlando dei progetti pilota sinora attuati ha spiegato che tra i risultati programmati vi è la costruzione di un modello duale condiviso che tenga in considerazione le differenze dei vari contesti regionali, caratterizzato da diversi percorsi e strumenti. Sola ha parlato inoltre della “ realizzazione di esperienze che integrino la scuola e la formazione con l’inserimento nel mercato del lavoro anche mediante l’ausilio della mobilità tra i paesi partner. L’atto finale del progetto -  ha concluso Sola - sarà la realizzazione di un “Manuale delle Regole del Gioco” che contenga un insieme di raccomandazioni e di linee guida per rendere operativo il modello, ossia creare le condizioni e attivare i servizi al fine di sviluppare i percorsi dalla scuola al mercato del lavoro in contesti diversi”.
Il pomeriggio di approfondimento è proseguito poi con il racconto dei due progetti pilota effettuati rispettivamente dalle Provincie autonome di Trento e di Bolzano. Bruno Daves, in rappresentanza della rete tra gli Istituti Pavoniano Artigianelli, Centro Moda Canossa e Centro di Formazione Professionale Veronesi ha narrato l’esperienza del progetto “I Fuoriclasse: storie di successo” . “Il progetto – ha spiegato Daves – ha la finalità di affrontare i problemi di esclusione sociale e lavorativa dei giovani che hanno prematuramente abbandonato il percorso di studi, sperimentando un percorso di formazione di un anno, attualmente ancora in corso, finalizzato alla preparazione all’apprendistato formativo o al proseguimento degli studi attraverso un laboratorio creativo di protipazione e produzione, che sviluppa le competenze di base e le soft skill. I ragazzi sono coinvolti in una sfida finalizzata all’ideazione e alla creazione di arredi da destinare alle zone “relax e ristoro” nei Centri di formazione professionali che attuano il progetto. I destinatari dell’azione sono 10 giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni non compiuti , che non si trovano né a scuola, né al lavoro (i cosiddetti giovani neet).
“Il progetto “I Fuoriclasse: storie di successo” – ha spiegato Daves – è realizzato da più soggetti formativi, con riferimento a diversi settori di attività nel comparto dell’industria e dell’artigianato, in un’ottica integrata di rete, che comprende la collaborazione tra Centri di Formazione professionale, Imprese e Cooperative Sociali. Il progetto – ha concluso Daves – ha lo scopo di costruire un percorso formativo trasversale alle singole discipline, caratterizzato da una didattica centrata sulla soluzione dei problemi”.
Ciro Bocchi funzionario della ripartizione della formazione professionale di lingua italiana della Provincia Autonoma di Bolzano ha illustrato il progetto pilota che stanno sperimentando in Alto Adige. Si tratta di un modello didattico finalizzato allo sviluppo e al potenziamento delle soft skills negli allievi della Formazione professionale in lingua italiana, come opportunità per creare condizioni migliori nella transizione scuola-lavoro. “ Si tratta – ha spiegato Bocchi – di un modello didattico basato sul nesting, ovvero nella possibilità di inserire nel processo principale di insegnamento un processo secondario che permetta ai ragazzi l’acquisizione delle soft skills accanto alle hard skills”.
In conclusione di giornata l’appuntamento è stato rinnovato per il 29 agosto 2017, quando a conclusione del progetto SWORD, esperti, ricercatori ed insegnanti si ritroveranno a Trento per la conferenza finale durante la quale saranno presentate le linee guida conclusive emerse dal progetto. (c.ze.)

Immagine alt:
Torna all'inizio