Maltempo, sopralluogo dei vertici della Provincia in val di Cembra
L’assessore con delega all’ambiente, urbanistica e cooperazione si è recato a Faver, nel Comune di Altavalle, accompagnato dai rappresentanti del territorio fra cui il sindaco Matteo Paolazzi e il commissario della Comunità di Cembra Simone Santuari. Qui ha potuto verificare i danni ai vigneti, ai piccoli frutti e ai prodotti dell’orto, inferti dai chicchi di grandine caduti in poco tempo ieri sera e ancora presenti in quantità a lato delle strade in paese. Una situazione rappresentativa di quanto avvenuto a danno delle produzioni agricole in val di Non, Rotaliana e in altre zone del contesto provinciale.
L’episodio di maltempo rinnova l’importanza degli strumenti assicurativi per gli operatori del settore. Codipra, il Consorzio per la difesa dei produttori agricoli, si è già attivato per la valutazione nei prossimi giorni dei danni nelle realtà associate.
Secondo la valutazione fornita da Marica Sartori, direttore del consorzio, le zone colpite, per la val di Non, ricalcano, in linea di massima, quelle della seconda grandinata del luglio 2021, a cui si aggiungono le zone della Val di Cembra. “Ad oggi, secondo i dati delle assunzioni ancora provvisori, risultano coperti con strumenti di gestione del rischio valori delle produzioni nell’ordine di 210 milioni in val di Non, dei quali oltre 40 milioni relativi al Comune di Predaia. Anche i vigneti risultano assicurati per circa il 75% dei volumi prodotti, corrispondenti a quasi 90 milioni di euro a livello provinciale. Le polizze sono pienamente operative e a livello provinciale i premi complessivi stimati sono di oltre 60 milioni di euro. È necessario, però, distinguere l’impatto della grandinata, a questa data di sviluppo della stagione, su vigneti e meleti. Infatti, il diverso stadio vegetativo di uva e mele determina un livello di danno notevolmente diversificato. Nel primo caso, l’asporto del giovane tralcio dalla vite può causare danni integrali o perdite di produzioni gravi. I vitigni, infatti, risultano sensibili in questa fase di sviluppo della pianta. Per le mele, invece, la sensibilità del ciclo produttivo in questo periodo è più limitata rispetto ad altri momenti. Diverso sarebbe se la grandine avesse colpito in un mese come giugno”.
“Ancora una volta – sottolinea Giorgio Gaiardelli, presidente del Consorzio – assistiamo all’impatto dei cambiamenti climatici sulle nostre coltivazioni. Si conferma l’importanza rivestita dalle soluzioni di gestione del rischio a nostra disposizione per difendere il reddito e che, fortunatamente, la grande maggioranza degli agricoltori trentini responsabilmente le conosce ed utilizza”.
