Comunicato stampa
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Pubblicato il
Sabato, 16 Gennaio 2021
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Modificato il
Sabato, 16 Gennaio 2021
Il Treno della Memoria è fermo a causa della pandemia, ma la memoria continua a viaggiare. E la tappa principale è a Trento dove - dal 19 all 27 gennaio - si svolgerà “Living Memory” il primo Festival della Memoria creato dall'associazione "Terra del Fuoco Trentino” con il contributo della Provincia autonoma di Trento e della Fondazione Museo storico. L’iniziativa è stata presentata questa mattina dalla presidente dell’associazione "Terra del Fuoco Trentino” Denise Rocca, dal direttore della Fondazione Museo storico Giuseppe Ferrandi e dal dirigente del Servizio attività culturali Claudio Martinelli, che ha portato il saluto dell’assessore provinciale alla cultura Mirko Bisesti. “La Provincia autonoma di Trento conferma la propria attenzione e sensibilità sul tema della Memoria” ha evidenziato Martinelli, che ha affermato come non si tratti di una ritualità fine a se stessa: “Lo dimostrano le tantissime iniziative che in questi anni associazioni, Comuni e territori hanno messo in campo. A causa dell’emergenza Covid, quest’anno gli appuntamenti promossi da Piazza Dante si svolgeranno online attraverso il primo Festival della Memoria, dedicato in particolare alle nuove generazioni che sono state coinvolte attraverso le scuole, ma aperto all’intera cittadinanza”. Il direttore Ferrandi ha parlato invece della “necessità di ricordare, riflettere e approfondire la gli eventi storici anche per attualizzarli, affinché la memoria sia sempre attiva e ispiri l’agire dei cittadini all’interno della comunità”. La liberazione di Auschwitz viene commemorata ogni anno il 27 gennaio, ma secondo la presidente dell’associazione che ha creato l’iniziativa, Denise Rocca, “rischia di essere un giorno che parla solo di storia, invece che di presente, futuro e mondi migliori da costruire. Living Memory nasce dunque dalla voglia di mantenere viva la memoria del passato e farla diventare lezione, monito e spunto per costruire il presente e il futuro. Una memoria che non sa trasformarsi nei giovani di oggi in impegno per il presente rischia di diventare solo un polveroso ricordo e non vogliamo che accada con i campi di concentramento”.