Comunicato stampa
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Pubblicato il
Mercoledì, 19 Gennaio 2022
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Modificato il
Mercoledì, 19 Gennaio 2022
10 agosto 1944. In un vagone di un treno merci che da Varsavia va verso Auschwitz, tra i tanti prigionieri polacchi requisiti dai nazisti alle loro case, alle famiglie, alla vita “di prima” verso un destino di morte o di prigionia, c’è anche l’adolescente Bogdan, oggi novantenne, testimone di quei tragici fatti.
“In quel treno”, dice con chiarezza in collegamento dal Teatro Sociale nel primo dei cinque appuntamenti di Living Memory dedicati ai sopravvissuti, “eravamo già schiavi": Bogdan Bartnikowski, giornalista e scrittore è uno dei pochi ancora in grado di portare in viva voce al mondo la sua testimonianza sull’universo dei campi di concentramento e di sterminio. Continua a raccontarlo perché crede nel valore della testimonianza individuale e storica e l’ha fatto anche stamattina, in collegamento con una sessantina di scuole trentine, a cui se ne sono aggiunte altre da Puglia e Piemonte per un totale di circa 4.500 studenti. Sul palco del Sociale, assieme al direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi era presente il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ha voluto ricordare come sia necessario, soprattutto per i giovani, avere memoria di quei fatti: “Dobbiamo avere la coscienza dell'importanza di queste testimonianze. Con iniziative come questa vogliamo ringraziare e rappresentare coloro che ancora oggi portano il loro ricordo dei campi di concentramento. Ho visitato personalmente Auschwitz nel 2019 assieme a tanti giovani trentini in un percorso della memoria e so quanto sia difficile ricordare, ma è necessario farlo”. Il presidente ha voluto anche rivolgere una domanda a Bartnikowski, per comprendere meglio il valore delle sue parole, tenendo conto che anche dopo tanti anni ricordare quei tragici fatti che hanno segnato tutta una vita, possa ancora suscitare tristezza e dolore.