Lo spazio del gioco

Un percorso di ricerca nella scuola dell'infanzia

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Autore
Giusi Messetti
Collana
Itinerari - Strumenti e riflessioni pedagogiche - Vol. I, pag. 120
Editore
Provincia Autonoma di Trento
Anno
2000
Distribuzione

Distribuito alle scuole dell'infanzia provinciali - ESAURITO
Disponibile per la consultazione e il prestito presso alcune Biblioteche del Sistema Bibliografico Trentino (SBT)

"Lo spazio del gioco" di Giusi Messetti è una pubblicazione frutto di un percorso di ricerca nelle scuole dell'infanzia provinciali del Circolo di Coordinamento di Cavalese e delle scuole equiparate di Masi e Cavalese. La prima parte del libro prende in considerazione il contesto in cui si trovano a vivere i bambini di oggi, contesto che è molto diverso da quello di un tempo. Una volta, infatti, i bambini potevano giocare anche per le strade, oggi invece c'è una diminuzione del gioco all'aperto ed un conseguente aumento del gioco al chiuso, confinato a volte in piccole stanze con giochi sempre più elettronici. Di qui l'importanza della scuola dell'infanzia come luogo in cui è possibile per il bambino giocare e soprattutto giocare con gli altri. Nel testo si ripercorre, inoltre, la diversa importanza che storicamente è stata riconosciuta al gioco nello sviluppo psicologico infantile riprendendo gli studi etologici, piagetiani, quelli dell'area psicoanalitica, nonché gli studi più recenti di matrice interattivo-cognitivistica. E' proprio alla luce delle numerose ricerche degli ultimi decenni, in cui si riconosce nell'età che va dai tre ai sei anni il periodo in cui il gioco trova la sua massima espressione, che si pone l'accento sull'importanza della scuola dell'infanzia. Gli Orientamenti nazionali, ma in particolare quelli trentini, rilevano la centralità del gioco ed il ruolo della scuola nel favorirlo e sostenerlo. E' quindi compito dell'insegnante predisporre spazi, oggetti e tempi (didattica indiretta) per favorire la manifestazione e lo sviluppo del gioco simbolico. Considerando gli studi nell'ambito della psicologia ambientale si sottolinea come, attraverso un'adeguata progettazione degli spazi, è possibile aumentare il grado di coinvolgimento dei bambini nel gioco, la durata dell'attenzione, la fantasia ed in particolare il gioco simbolico. E' importante, com'è sottolineato nel testo, "saper stare al gioco dei bambini". A questo proposito vengono delineate due posizioni: una mutuata dalla psicoanalisi in cui l'adulto ha un atteggiamento osservativo di ascolto empatico; l'altra di matrice interattivo-cognitivistica che considera una caratteristica fondamentale della professionalità dell'educatore la capacità di intervenire nel gioco di finzione seguendo alcune regole fondamentali. Sulla base di questi presupposti, la ricerca che è stata condotta all'interno delle undici scuole dell'infanzia ha voluto indagare, in maniera più precisa rispetto ad un'osservazione occasionale, come erano strutturati gli spazi per il gioco libero nelle sezioni, quali criteri gli insegnanti avevano adottato nel predisporre angoli e materiali, come i bambini utilizzavano, nel momento del gioco libero, gli spazi/gioco predisposti dagli insegnanti.

Attraverso un percorso di osservazione, il gruppo di insegnanti coinvolto in questa ricerca-azione è giunto a puntare successivamente sempre più l'attenzione sul gioco e sugli spazi e materiali che, all'interno di ciascuna scuola, vengono messi a disposizione dei bambini. Il gioco è sempre stato uno dei campi privilegiati all'interno dell'analisi psicologica, in quanto costituisce la caratteristica dominante del comportamento infantile. Le ricerche di questi ultimi decenni hanno mostrato come, proprio con il gioco, in particolare il gioco simbolico, il bambino possa maturare competenze cognitive, affettive e sociali. Attraverso il gioco, infatti, il bambino mette alla prova emozioni e sentimenti allenandosi ad affrontare con sicurezza e padronanza la realtà.
La ricerca, inoltre, nel suo svolgersi, è stata occasione per riflettere su quegli aspetti di "pedagogia latente" quali i ritmi, le routine, la disposizione degli arredi e la scelta dei materiali che, pur avendo una forte ricaduta in senso educativo, non sono sempre determinati da scelte consapevoli da parte degli insegnanti.
Grazie poi al confronto tra situazioni scolastiche diverse, gli insegnanti hanno potuto riflettere oltre che sul "senso" dell'organizzazione della sezione anche sull'organizzazione dei tempi nel corso della giornata ed analizzare il tempo complessivo dedicato quotidianamente ad attività diverse quali le routine, il gioco libero, le attività di sezione e quelle di intersezione.
Attraverso l'analisi dei risultati effettuata a diversi livelli (singolo bambino, sezione, circolo) è stato possibile conoscere relativamente ad ogni bambino l'utilizzo degli spazi/gioco; le sue preferenze o i suoi rifiuti, il tempo di permanenza, i raggruppamenti, l'uso degli spazi conforme o meno rispetto alla finalità per la quale erano stati predisposti dagli insegnanti. Si sono evidenziate ancora, sia per la singola sezione che per tutto il Circolo, le preferenze nell'utilizzo degli spazi/gioco, il confronto nell'utilizzo degli spazi tra mattino e pomeriggio e la differenza nella scelta e frequenza degli stessi, legate sia al sesso che all'età.
Al di là dei risultati della ricerca, è utile sottolineare come soltanto interrogandosi continuamente sulla propria professionalità sia possibile uscire da certi schemi automatizzati ed avviarsi verso una crescita professionale. Per valorizzare il gioco, poi, non basta rimarcarne verbalmente l'importanza, ma bisogna incoraggiarlo, sostenerlo e condividerlo, è decisivo, quindi, "saper giocare e saper stare al gioco dei bambini".

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