Questo libro nasce dalla ferma certezza che la scuola può imparare a fermare, invece che confermare, il processo produttivo di un bambino infelice. Lo stato di disagio si manifesta più o meno esplicitamente nel comportamento scolastico e relazionale dell'alunno, nei gesti, nei movimenti, nelle posture del suo corpo, nelle sue produzioni grafiche, nelle narrazioni verbali e scritte di sé. Viene affrontato fra l'altro un tema molto delicato: il maltrattamento degli allievi da parte degli insegnanti, di cui viene descritta la capacità potenziale di manipolazione e violenza psicologica. Ma questo testo vuole infondere speranza: se è vero che nella scuola e nelle istituzioni esistono forme diffuse e invisibili di maltrattamento, è anche vero che vengono attivate enormi risorse e capacità di dialogo, di comprensione e di riparazione, che chiedono di essere valorizzate e sostenute. Sono qui pertanto illustrati in positivo e con concretezza, interventi, atteggiamenti, esperienze, metodi formativi utili per sviluppare competenze emotive e relazionali e capacità di ascolto e di aiuto. E' la scuola infatti che, quale ambito istituzionale privilegiato, può avviare, se necessario, processi d'intervento a protezione del minore più sofferente in una prospettiva di integrazione fra agenzie educative e istituzionali sociali, sanitarie e giudiziarie.