Motivazione in classe

Motivazione. Quanto spesso noi insegnanti sentiamo e usiamo questo termine nell'ambito dei consigli di classe, discutendo con i colleghi sul perché un alunno abbia difficoltà di apprendimento. Quando non ci sono fattori esterni evidenti, magari più gravi (quali ad esempio, problemi familiari, ragazzi adottati o di nazionalità diversa, handicap di vario genere, ecc.) a influenzare negativamente il rendimento scolastico, si fa spesso ricorso in modo forse un po' troppo sbrigativo e semplicistico a frasi quali 'tanto gli manca completamente la motivazione allo studio', come se questa non fosse una dinamica delicata e complessa, costituita da diverse componenti che interagiscono tra loro e che proprio noi, nel nostro lavoro quotidiano dentro e fuori dalle classi, dobbiamo cercare di mettere in atto. Tanto più ha senso parlarne oggi, in una scuola che, almeno nelle intenzioni, professa la centralità del discente nel processo di apprendimento e non più un sapere imposto e spesso calato dall'alto, com'era in passato.
Il volume 'Motivazione in classe. Dall'approccio teorico alla quotidianità didattica' affronta proprio queste tematiche e senza essere pedante ed eccessivamente astratto offre al lettore 'alcune considerazioni fondamentali relative alle dinamiche della motivazione e dell'apprendimento, come strumenti di riflessione per una pratica scolastica volta a valorizzare i talenti di ognuno', come scrive la curatrice Olga Bombardelli.
Utile e di facile lettura proprio perché l'impostazione del libro è soprattutto pratica, operativa, come si evince fin dal primo capitolo Motivazione in classe. Ausili pratici, in cui vengono proposte una serie di 'piste di lavoro' sotto forma di interessanti questionari di analisi ed autoanalisi rivolti agli alunni (ma anche ai docenti) per conoscere meglio se stessi e il proprio modo di stare a scuola e quindi scoprire i propri punti di forza e di debolezza e su questi lavorare per capire da soli le motivazioni che stanno alla base dell'insuccesso in generale, o in discipline specifiche e le emozioni che ne derivano. L'autoconsapevolezza degli alunni risulta infatti di basilare importanza ed è un primo passo verso la risoluzione dei problemi.
Fondamentali ai fini della motivazione sono anche le dinamiche relazionali in classe, con i compagni e con gli insegnanti: è evidente infatti che 'un clima di fiducia e comprensione, un rapporto umano positivo, serenità da parte degli educatori (famiglia e scuola), fermezza accompagnata da accettazione ed incoraggiamento costituiscono la prima terapia per soggetti demotivati'. Uno dei punti chiave su cui si insiste particolarmente è quello della conoscenza: prima di mettere in atto delle strategie è necessario infatti conoscere a vari livelli.
Conoscere l'alunno e la sua realtà (bisogni, attitudini, potenzialità, famiglia, ambiente), conoscere e saper valutare se stessi e il proprio modo di stare con la classe, il proprio metodo di insegnamento in tutte le sue modalità e sfaccettature e, perché no, il proprio grado di motivazione all'insegnamento.
Valorizzare i talenti di ognuno E' necessario compiere uno sforzo per capire perché il soggetto mostra demotivazione allo studio in generale o per determinate discipline. Ogni alunno rappresenta infatti un mondo a sé stante, con il proprio ritmo e stile di apprendimento e specifiche potenzialità, talvolta nascoste.
Questo punto viene ripreso con forza nel secondo capitolo del libro, quando si afferma che 'il soggetto non dovrebbe essere visto come sede di lacune da colmare, ma come luogo di potenzialità da sviluppare'. Proprio su queste ultime bisogna far leva al fine di 'proporre al discente un apprendimento stimolante e vicino all'io, che entri a far parte dell'esperienza della sua vita'. Specificità quindi, che talvolta però vuol dire diversità. Questo è un altro aspetto che il volume affronta con coraggio e tiene sempre presente nelle proprie osservazioni: nelle nostre scuole ci sono anche alunni 'diversi', perché appartengono ad un'altra cultura o perché presentano disabilità più o meno marcate o disturbi specifici dell' apprendimento (DSA); alunni comunque, con i quali i metodi di insegnamento standardizzati non funzionano e che, a maggior ragione risultano essere soggetti demotivati.
La proposta contenuta nel volume è quindi necessariamente quella di non offrire un insegnamento uguale per tutti, ma di impostarlo a seconda delle potenzialità e delle esigenze di ognuno e fin qui tutto bene. Ma la 'personalizzazione dell'insegnamento' comporta, a livello pratico, la necessità di differenziare l'azione formativa e didattica e quindi, per gli insegnanti, un carico suppletivo di lavoro. A questo riguardo, il testo suggerisce tutta una serie di soluzioni operative e strategie didattiche pratiche utilizzabili dalle elementari alle secondarie e negli ultimi capitoli riporta un resoconto di alcuni progetti sul tema della città e della piazza, realizzati in varie scuole del Trentino con l'obiettivo di motivare gli alunni all'apprendimento, aumentare la loro autostima e la loro apertura al confronto e al dialogo.
Una lettura interessante e ricca di stimoli, che con un linguaggio semplice si rivolge ad insegnanti di tutti i gradi di scuola e che vuole essere uno strumento di riflessione prima di tutto su noi stessi e sul nostro lavoro, per migliorare ed ampliare la pratica didattica ed educativa quotidiana.
Barbara De Marco