Approvate le nuove “Linee pedagogiche per i servizi educativi 0-3 anni”

Il lavoro è stato coordinato dall’Ufficio pedagogico-didattico sotto la supervisione dell’Università di Pavia
Approvate oggi, dalla Giunta provinciale, le nuove “Linee guida pedagogiche per i servizi educativi 0 – 3 della Provincia autonoma di Trento”. “Si tratta di un lavoro dall’alto valore pedagogico – ha affermato l’assessore all’istruzione, cultura e università Mirko Bisesti – frutto di un lungo processo di condivisione coordinato dall’Ufficio pedagogico didattico della Provincia, sotto la supervisione dell’Università di Pavia e condiviso con tutti gli attori presenti sul territorio. A vent’anni dalla redazione delle ultime Linee guida, la situazione è profondamente cambiata, sia per quanto riguarda gli aspetti pedagogico-organizzativi dei servizi socio-educativi provinciali, sia per i mutamenti esterni avvenuti nella società. Per questo si è reso necessario – ha concluso Bisesti - ricalibrare l’offerta adeguandola alle esigenze del nostro tempo”.

Nel nuovo contesto si collocano le “Linee guida pedagogiche per i servizi educativi 0-3 della Provincia di Trento” approvate oggi, che mirano ad aggiornare le  “Linee guida” del 2002, mantenendo l’obiettivo principale che è quello di fornire, a tutti i soggetti operanti nel settore dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, un quadro pedagogico ed organizzativo entro cui riconoscersi e nello stesso tempo garantire il livello di qualità omogeneo che ha sempre contraddistinto gli stessi servizi presenti sul territorio trentino. 

Il lavoro è strutturato con uno schema concentrico che parte  dalla visione del bambino come elemento che sta al centro di vari livelli che vengono poi sviluppati in stretta correlazione con esso. 

In primo luogo si parte quindi dalla visione del bambino come  soggetto portatore di diritti oltre che  come “ricco di potenzialità”. Per questo si parla di specifiche esigenze educative che sono correlate sia ad uno sviluppo evolutivo, sia ad un contesto stimolante che lo accompagni nei suoi processi di esplorazione e ricerca. 

Un contesto che viene arricchito anche grazie alle relazioni educative - sviluppate nella seconda parte - basate sull’ascolto e la valorizzazione e sui gesti di cura. Qui si esprime la cura non “intrusiva” dell’adulto, con un ruolo di mediatore di esperienze condivise tra pari. Un processo questo che passa anche attraverso le routine quotidiane nelle quali il bambino - in un contesto conosciuto - può sperimentare forme di interazione e collaborazione con gli altri. 

Nella parte centrale del documento si esplora invece  il concetto di curricolo e di progettazione educativa, facendo luce sulla predisposizione di spazi, tempi e gruppi che devono essere pensati dagli educatori per proporre delle esperienze educative significative, dal gioco ai momenti di cura. 

Il documento si conclude infine con una sezione dedicata al ruolo delle figure adulte, interne ed esterne, quindi educatori, famiglie e territorio. Soggetti che - ognuno nel suo ruolo e con la propria formazione - contribuiscono a mantenere alto il livello qualitativo, interagendo  sempre l’uno con l’altro e facendo così in modo che siano mondi aperti e in continua interconnessione tra di loro.

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