Educazione e formazione in carcere: il valore dell’istruzione per il reinserimento sociale

L’Educazione degli Adulti nel sistema penitenziario trentino

Con un seminario dedicato all’Educazione degli Adulti nel sistema penitenziario trentino, promosso dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia autonoma di Trento, si è aperta stamane a Riva del Garda la prima edizione di Didacta Italia Edizione Trentino. Obiettivo del seminario è stato quello di valorizzare il ruolo dell’istruzione e della formazione come strumenti di cittadinanza attiva e di reinserimento sociale per le persone detenute.
All’incontro sono intervenute Teresa Periti, dirigente scolastica e referente specialistica dell’Area Adulti presso il Dipartimento Istruzione della Provincia Autonoma di Trento; Clara Benazzoli, docente del Centro Educazione degli Adulti “Istituto don Milani” di Rovereto; e Silvia Dalsant, docente di alfabetizzazione del Centro Educazione degli Adulti del Liceo “A. Rosmini” di Trento.

Nel suo intervento, Teresa Periti ha illustrato le specificità dell’Educazione degli Adulti nella Provincia di Trento, soffermandosi sull’applicazione nel sistema carcerario e sull’importanza della collaborazione tra istituzioni scolastiche e penitenziarie. La dirigente ha ricordato il Protocollo di Intesa tra la Casa Circondariale di Trento e la Provincia autonoma di Trento, volto a promuovere interventi coordinati orientati all’educazione alla cittadinanza e all’inclusione sociale delle persone detenute.
Periti ha inoltre citato il Protocollo di Intesa del 13 giugno 2024, sottoscritto da Regione del Veneto, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Province autonome di Trento e Bolzano, Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, CPIA “Alberto Manzi” di Treviso, Centro di Giustizia Minorile di Venezia e Istituto Penale Minorile di Treviso, per garantire un servizio di istruzione e formazione agli ospiti dell’IPM di Treviso.

Clara Benazzoli ha presentato la realtà della Casa Circondariale di Trento, struttura che ospita circa 380 persone suddivise tra sezioni femminili, maschili ordinarie e protette, illustrando un’offerta formativa ampia e diversificata: corsi di alfabetizzazione in lingua italiana, percorsi di I e II livello, moduli professionali (come panificazione ed estetica) e corsi estivi. Le attività, definite annualmente da apposita delibera, rispondono ai bisogni formativi eterogenei dei detenuti, promuovendo crescita personale e opportunità di reinserimento.

Silvia Dalsant ha posto invece l’accento sulle sfide dell’insegnamento in carcere – dagli spazi limitati alla discontinuità della frequenza – e sulle potenzialità della scuola come spazio di motivazione e riscatto. Ha illustrato alcune esperienze didattiche significative, come il Lapbook “Chi sono io”, il laboratorio artistico “Artisti dentro”, il progetto di Project-Based Learning “Collezione Spini” e il laboratorio di scrittura creativa “Parole parole parole”, tutti volti a favorire espressione personale, riflessione e sviluppo di competenze.

Il seminario ha confermato come una didattica flessibile e centrata sulle competenze, adattata al contesto penitenziario, possa rendere l’istruzione un percorso concreto di crescita, cittadinanza attiva e reinserimento sociale.

L’esperienza trentina conferma l’importanza della collaborazione tra sistema educativo e istituzioni penitenziarie per promuovere percorsi formativi che restituiscano dignità, consapevolezza e nuove prospettive di futuro alle persone detenute.

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