Gioco di squadra per un prodotto vincente
Tutto questo è stato DomoSens, il progetto di alternanza scuola-lavoro coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento che si è concluso oggi con la presentazione dei risultatinella sede della Federazione Trentina della Cooperazione.
Coinvolti 250 studenti e studentesse delle scuole superiori trentine che hanno progettato un rivelatore di gas per la casa grazie ai più recenti risultati della ricerca scientifica e tecnologica del settore .
Grazie al progetto, che ha avuto il sostegno della Fondazione CARITRO, i ragazzi hanno simulato un processo produttivo aziendale nel corso dell’anno scolastico 2016-17 e hanno realizzato un sensore di monitoraggio della qualità dell’aria per la casa, dotato di un design professionale in grado di renderlo anche un elemento d’arredo. Il percorso ha coinvolto una comunità di oltre 250 studenti e studentesse delle scuole superiori trentine che hanno partecipato attivamente a tutte le fasi operative, accompagnati dai propri docenti e dal gruppo di lavoro FBK. Nulla è stato lasciato al caso e i partecipanti hanno lavorato ai vari aspetti della realizzazione del prodotto, prendendo in considerazione la fase della ricerca, l’ambito legislativo, l’analisi di mercato, il design, il logo, la prototipazione e il manuale d’uso.
“DomoSens”, ha sottolineato il responsabile scientifico del progetto Pierluigi Bellutti (FBK), “ha reso protagonista una consistente comunità di studentesse e studenti in un processo di innovazione. Proprio l'innovazione di cui da qualche tempo parla chiunque stia pensando al futuro della nostra società. Quell'innovazione che, a partire dalla Commissione Europea, viene richiamata ogni volta che si parla di rilancio economico, posti di lavoro, futuro dei giovani. DomoSens, propone un modello che ben si adatta agli auspici dell'alternanza scuola-lavoro. Permette di vedere come la ricerca in senso ampio, da quella scientifico-tecnologica a quella legata ad aspetti di design, permetta di fare esperienza di un nuovo modo di lavorare: il lavoro in gruppo. La complessità dei processi oggi non consente più di avere autonomia totale del singolo sull'intero processo. Oggi sono invece sono le squadre, composte da colleghi con capacità e conoscenze in settori diversi, che possono affrontare le realizzazioni necessarie ai cambiamenti che abbiamo davanti. E tutto questo non si limita ad azioni prettamente tecnologiche e scientifiche. Il modello DomoSens può essere replicato tale e quale qui dove è nato, ma può anche essere adottato altrove. Può puntare a soluzioni similari o proporne altre in ambiti diversi. E su questo FBK sta lavorando avendo già preparato altre iniziative di questa tipologia”.
L’evento di oggi è stata un’occasione per ripercorrere le sfide affrontate durante il percorso di DomoSens, presentarne i risultati e confrontarsi con gli interlocutori istituzionali e con esperti dell’innovazione e del design.
Dopo l’introduzione di Pierluigi Bellutti sono intervenuti Roberto Della Marina, responsabile Venture Capital di Friulia-Veneto Sviluppo SGR SpA e membro del CdA di FBK, Bruno Murari, Scientific Advisor per STMicroelectronics, Micaela Vettori, responsabile editoriale del progetto e Michela Baldessarri, consigliere Direttivo ADI-Associazione Design Industriale- Veneto e Trentino Alto Adige.
A chiusura dell’incontro si è svolta la tavola rotonda moderata da Giancarlo Sciascia (Digital Communication & Grandi Eventi FBK) “A scuola di DomoSens” con la partecipazione di Sara Ferrari, Assessora all’università e ricerca della Provincia autonoma di Trento, Pierluigi Bellutti (FBK) responsabile scientifico del progetto, Filippo Manfredi, direttore della Fondazione Caritro, Andrea Simoni, segretario generale di FBK e Oscar Pasquali, MIUR.
Il prototipo realizzato con DomoSens
Nel corso del progetto è stato realizzato un rivelatore di gas innovativo grazie ai più recenti risultati della ricerca scientifica e tecnologica del settore. Il dispositivo è stato pensato per il monitoraggio dell'aria in casa, con particolare attenzione al monossido di carbonio e al metano. E’ composto dal sensore di gas, un microdispositivo al silicio realizzato in FBK (l’unica parte del prodotto non realizzata dalle scuole) sul quale viene deposto un materiale nanostrutturato sensibile al gas da rivelare, e da una parte elettronica per la misura e la gestione dei segnali d'allarme. Dato che l’utilizzo è al momento pensato per ambienti domestici, il dispositivo è stato progettato in varie forme legate alle possibili situazioni dettate dal suo posizionamento. In particolare, è stato progettato come un prodotto che abbia anche una funzione d'arredo e che possa integrare ulteriori caratteristiche a seconda della richiesta del cliente. Come per tutti i prodotti nuovi è stato necessario identificare un logo marchio e curare la comunicazione grafica. Anche questo lavoro ha trovato posto nel progetto, così come l'analisi di mercato e il business plan che ne giustificano lo sforzo iniziale e le prospettive commerciali. Trattandosi di un prodotto da mettere sul mercato, è stata progettata anche la scatola che conterrà il rivelatore ed è stato realizzato il manuale d'uso in italiano e in inglese. Il tutto all'interno del quadro legislativo specifico, anch'esso valutato all'interno del progetto, in un lavoro corale che ha visto 7 Istituti superiori del territorio lavorare insieme.
Le scuole che hanno partecipato al progetto sono:
- Liceo Classico Prati (Trento)
- ITE Tambosi-Battisti (Trento)
- Liceo Artistico Vittoria (Trento)
- Liceo Artistico Depero (Rovereto)
- ITT Buonarroti-Pozzo(Trento)
- ITT Marconi (Rovereto)
- Liceo Curie (Pergine)