Il futuro dell’università trentina
Un colloquio cordiale nel quale sono state illustrate le peculiarità dell’università di Trento e le tante sfide quotidiane che affronta. Sebbene la complessità di gestione, l’ateneo sta aumentando il suo appeal sia nei confronti degli studenti sia degli insegnanti in arrivo anche dall’estero, sta investendo nella nuova sede della scuola di medicina e nelle scuole di specializzazione e aumentando i numeri di iscritti alla laurea infermieristica. Il rettore ha ribadito, in continuità anche col suo intervento al Festival, la strategicità delle infrastrutture alla ricerca che per Trento hanno sempre rappresentato cruciale elemento di attrattività. Il focus si è poi spostato sulla ricerca, ed è stato chiesto un chiarimento circa la possibilità di dare continuità ai dottorati di ricerca posti in essere, in particolare di quelli di interesse nazionale, una volta esauritosi il Pnrr. Il ministro ha chiarito, ottenuta la rassicurazione dall’assessore all’università e ricerca sulla responsabilità nell’effettuare gli investimenti, che i centri di ricerca saranno valutati in base alle performance. In questa fase, ha evidenziato il ministro, occorre valorizzare la prospettiva dell'investimento piuttosto che quella della spesa. Inoltre, serve fare in modo che i centri puntino sull’internazionalizzazione e rafforzino le interazioni con le imprese private.
Riguardo alla formazione a distanza, il ministro ha evidenziato l'opportunità di rendere blended l'offerta formativa delle Università in presenza, valorizzando alcuni aspetti della formazione da remoto. L'obiettivo su cui il Mur è fortemente concentrato è comunque quello di garantire la qualità dell'offerta didattica, a prescindere dalla modalità di erogazione.
