John Peter Sloan: "Vivendo la lingua, la si impara"

Oggi pomeriggio al Festival delle Lingue l'attore, britannico ma italiano d'adozione, e lo spettacolo del Liceo linguistico Scholl
“Niente paura, dagli errori si impara”, questo il messaggio che John Peter Sloan, attore, autore, stand-up comedian ha voluto lanciare ai presenti in occasione dell’inaugurazione del Festival delle Lingue. Un dialogo quanto mai insolito il suo, ricco di verve e umorismo, per spiegare come “delle lingue non bisogna avere timore, bisogna buttarsi e non pensare alla grammatica. In un certo senso bisogna viverle e così facendo le si impara. Dimenticandosi delle barriere che ci si impone a livello mentale”.
Un parallelismo questo che ricorre anche tra chi entra in confidenza con una lingua straniera e chi si innamora: lo testimonia lo spettacolo “Come un passero sulla barra del doganiere”, portato in scena dagli studenti del Liceo Linguistico Scholl di Trento (coordinati da Franco Stelzer, docente di italiano e storia in CLIL tedesco), un recital in più lingue - Italiano, Tedesco, Inglese, Greco, Spagnolo, Francese, Cinese e Russo per spiegare che chi studia le lingue, così come chi si innamora, tende a scostarsi dal proprio mondo per esplorare quello dell’altro, ad allentare le proprie radici, per conoscere quelle dell’altro. Ecco quindi che la grammatica passa in secondo piano nell’apprendimento e nella conoscenza della lingua a favore di un’impronta più spiccatamente “real life”.

Gli italiani sono in grado di imparare le lingue? Si lo sono, sono nati per farlo. Ne è convinto John Peter Sloan che in occasione del suo show al Festival delle Lingue ha spiegato: “Gli italiani sono creativi e hanno una marcia in più, 'sono sgamati' e grazie al loro spirito intraprendente possono comunicare con facilità e apprendere molte lingue straniere. E’ importante farlo fin dalla più tenera età ed in maniera giocosa. I bambini si abituano ai suoni fin da piccoli. Qui devono intervenire i genitori, per incentivare i propri ragazzi a studiare le lingue con facilità. Non ci deve essere preoccupazione né troppa attenzione alla precisione: l’importante è farsi capire, parlare, vivere la lingua in tutte le sue sfumature sfruttando anche i film, le canzoni, il parlare con altri, perché la lingua non si impara sui libri ma bisogna scendere in strada. Io stesso ho imparato l’italiano in questa maniera, vivendolo più che studiandolo", ha poi aggiunto Sloan, che il nostro Paese lo conosce bene visto che da ormai qualche anno abita in Sicilia e per lavoro frequenta molto l’Italia. E gli italiani, quali sono gli errori più comuni che commettono nel parlare una lingua straniera? “Non userei la parola "errori – spiega riassumendo un po’ il 'succo' che traspare tra le righe del suo ultimo libro 'Real Life English' – spesso gli errori sono frutto di titubanze date dall’aver paura di buttarsi, che possono essere facilmente superate. Per imparare, e parlare, una lingua straniera, bisogna mettersi in gioco, sbagliare senza vergogna perché dagli errori si impara, senza fissarsi troppo sulla grammatica”.

Prima di Sloan, è andato in scena lo spettacolo “Come un passero sulla barra del doganiere” che ha visto gli studenti del Liceo Linguistico Scholl di Trento cimentarsi in poesie e brani con un approccio multilingue. Frase dopo frase, brano dopo brano, accompagnati da musiche, hanno raccontato e spiegato che chi studia le lingue, così come gli amanti innamorati, tende ad esplorare un mondo nuovo, quello dell’altro e si dimentica delle barriere, dei limiti. Si comporta in un certo senso come la natura, come il vento, la nebbia, le acque dei fiumi e del mare - che scorrono, soffiano e ricoprono, senza curarsi di alcuna barriera – o come il passero di una famosa poesia di Wislawa Szimborska, che si posa leggero sulla barra abbassata del doganiere, trovandosi ad avere “il becco ancora in patria e la coda già all’estero.” E così è felice.

La videointervista a Sloan:

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Riprese, immagini e interviste a cura dell'Ufficio Stampa 

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