Progetto europeo Sword: oggi l'evento conclusivo
Il seminario conclusivo del progetto Erasmus+ Sword, che si è svolto nella mattinata di oggi a Trento, alla Facoltà di Giurisprudenza, ha costituito un importante momento di riflessione sui risultati del progetto, basato sugli assi metodologici del confronto e della realizzazione di azioni pilota. Il confronto ha portato prima di tutto a uno scambio tra Paesi con sistemi di istruzione e formazione professionale e di inserimento lavorativo diversi tra loro e poi a una elaborazione condivisa che, a partire da un approccio comune, ha portato a individuare strategie, obiettivi e linee di intervento specifiche rispetto al contesto e ai bisogni di ciascun Paese. Le azioni pilota hanno poi permesso di sperimentare in modo significativo come introdurre o implementare percorsi, metodologie e strumenti per sviluppare percorsi che valorizzano diversi tipi e luoghi di apprendimento a partire dall’apprendimento situato nell’ambiente lavorativo.
L’insieme degli scambi, delle elaborazioni e delle sperimentazioni di Sword hanno infine fatto da sfondo alla definizione delle cosiddette “regole del gioco”, che hanno costituito un minimo comun denominatore per lo sviluppo di un approccio duale nei sistemi di istruzione e formazione professionale e per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani in ciascuno dei Paesi partner. Queste regole sono state codificate in un manuale dal titolo: “ Dual-learning - Manuale delle regole del gioco: raccomandazioni e linee guida” che è stato presentato in anteprima nel corso del convegno.
Nel corso della mattinata si sono svolte due Tavole rotonde dal titolo: “I sistemi duali: situazione di partenza, approcci sperimentati e sfide per il futuro” e “Evoluzione e prospettive del sistema duale: orientamenti e potenzialità di sviluppo” che hanno visto confrontarsi prestigiosi esperti nazionali e internazionali.
Nella prima tavola rotonda coordinata da Luca Dordit, esperto internazionale di politiche dell’education,sono intervenuti i partner di progetto: Gunnar Binda, Arbeit und Leben Amburgo (Germania); Maksym Pimenow, TNOiK Danzica (Polonia); Josef Stockinger, Berufsförderungsinstitut Oberösterreich (BFI) (Austria);Ciro Bocchi, Provincia Autonoma di Bolzano;Elena Paviotti, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Daniela Carlini, Provincia Autonoma di Trento. In questa circostanza i partner hanno illustrato la propria situazione di partenza, gli approcci sperimentati nel loro contesto e le possibili applicazioni nel proprio territorio.
Nella seconda tavola rotonda moderata daArnaldo Ferrari, esperto di formazione e politiche comunitarie sono intervenuti: Anna Barbieri Commissione UE; Sandra D’Agostino INAPP - Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche;Maurizio Drezzadore, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Carmela Palumbo, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca;Claudio Gentili, Confindustria e Laura Pedron, Provincia Autonoma di Trento - Dirigente Servizio Istruzione e Formazione del Secondo Grado, Università e Ricerca. I relatori della seconda sessione di confronto hanno affrontato i nodi dell’evoluzione e delle prospettive del modello duale, dal punto di vista dei diversi interlocutori con riferimento agli orientamenti e alle potenzialità di sviluppo previste a livello europeo, nazionale e provinciale.
Ha chiuso i lavori la dirigente generale del Dipartimento della Conoscenza Livia Ferrario che, nel sottolineare il prezioso contributo apportato nel corso dei tre anni di Sword da tutti i partner di progetto ha affermato: “Siamo nel corso di un processo di innovazione ad ampio raggio, che necessita di essere sviluppato ulteriormente. Per questo la Provincia Autonoma di Trento, in qualità di capofila, auspica e propone ai partner di trovare le modalità concrete per continuare nei prossimi anni il confronto e l’elaborazione comune a partire dal monitoraggio di quanto realizzato e di quanto ciascun partner ha intenzione di mettere in atto. Sword ci ha permesso di individuare nuovi meccanismi di facilitazione tra mondo scolastico e quello del lavoro. I modelli individuati ci permetteranno di essere sempre più dinamici e flessibili alle mutate esigenze del mercato”.