Scuola, il Trentino lancia la battaglia per l’inclusione e contro la dispersione implicita
“Il sistema scolastico trentino – ha sottolineato Bisesti – presenta diversi punti di forza. L’equità, che significa che un alunno ha le stesse probabilità di ricevere un’offerta di qualità in qualsiasi scuola la famiglia sceglie di mandarlo - e che è certamente un’equità al rialzo e non al ribasso. Poi l’inclusione, cioè l’attenzione agli allievi più fragili. Occorre però continuare a lavorare per mantenere questi alti livelli e lavorare sui punti di attenzione: ad esempio quelli relativi ai vari indirizzi e segmenti formativi che hanno margini di miglioramento. Gli esiti Invalsi ci debbono aiutare ad individuare e a lavorare sugli aspetti più importanti, strategici e più delicati dei processi educativi, che consentono di migliorare costantemente i risultati di apprendimento degli studenti. Ed è proprio per questo che abbiamo voluto realizzare questo momento di approfondimento, con il contributo competente del presidente Ricci. L’obiettivo, non è retorica, è una scuola che non lascia indietro davvero nessuno”.
Obiettivo dell’incontro è stato analizzare in dettaglio gli esiti delle prove Invalsi tenutesi nella primavera scorsa (mesi di marzo, aprile e maggio) sugli apprendimenti degli studenti in Italiano, Matematica e Inglese nelle classi: 2a e 5a della Primaria; 3a della Secondaria di primo grado; 2a della Secondaria di secondo grado; 5a della secondaria di secondo grado e professionali.
L’importanza della riflessione sta nel fatto che Invalsi è una rilevazione di sistema standardizzata e rappresenta un fondamentale strumento per aiutare scuole, insegnanti e responsabili a riflettere sugli esiti del proprio lavoro, così da assicurare ai nostri ragazzi livelli di performance adeguati
Le ultime rilevazioni Invalsi della primavera scorsa hanno evidenziato gli ottimi risultati del sistema educativo d’istruzione e formazione provinciale, soprattutto per quanto riguarda l’equità e l’inclusione degli allievi più fragili. Questo perché il Trentino – che tra l’altro è il territorio che ha tenuto le scuole aperte per il più ampio intervallo temporale durante la pandemia – è un sistema educativo in cui si può contare sul buon livello di tutte le scuole.
Altro aspetto importante evidenziato nell’incontro è che le verifiche standardizzate nazionali hanno assunto nella scuola provinciale un’ampia rilevanza, come testimoniano gli alti tassi di copertura di tali prove rispetto alla popolazione di riferimento (tra il 98% e il 100% per tutti i livelli) e ciò nonostante le difficoltà legate alla pandemia.
“Il contributo di Invalsi - ha spiegato il presidente Ricci - è fornire dati comparabili al di fuori del contesto di riferimento, in questo caso quello provinciale. Non per fare una graduatoria ma per vedere cosa funziona e dove invece ci sono possibilità di miglioramento. I dati del Trentino mettono in luce un sistema sano con livelli di eccellenza, in particolare su equità verso l’alto e attenzione alle fragilità. Certamente ci sono anche punti da curare ulteriormente, come il consolidamento delle competenze scientifiche. Abbiamo poi tematiche comuni a tutti i Paesi avanzati, come il rafforzamento dell’uguaglianza di genere”.