Violenza digitale, ferite reali: un talk per rompere il silenzio
Sul palco sono intervenute Barbara Bastarelli, direttrice dei Centri Antiviolenza del Trentino, l’avvocata Marisa Marraffino, specializzata in reati informatici, e Gaia Parmigiani e Clara Vella, ideatrici di “Sei Complice”, una campagna di guerrilla marketing nata proprio da loro e da un gruppo di studentesse dello IED. L’iniziativa punta a spostare l’attenzione dal solo sostegno alle vittime di revenge porn a chi alimenta il fenomeno guardando e condividendo immagini intime senza consenso. Manifesti provocatori e QR code collocati in punti strategici delle città hanno invitato i passanti a riflettere con un messaggio diretto: “Se guardi, sei complice”. La campagna ha avuto un ampio riscontro mediatico e ha incoraggiato molte donne a condividere la propria esperienza.
Bastarelli ha portato l’esperienza dei centri antiviolenza di Trento e Rovereto, che ogni anno accolgono circa 500 donne. «È un fenomeno trasversale – ha spiegato – che non riguarda solo le giovanissime. Spesso nasce in relazioni di fiducia e diventa violenza quando quelle immagini vengono diffuse senza consenso. Vergogna e senso di colpa rendono difficile denunciare o rivolgersi a un avvocato».
L’avvocata Marraffino ha illustrato il quadro legale oggi disponibile, dalla recente legge del 2019 contro la diffusione non consensuale di immagini intime alle nuove tutele introdotte dal Digital Services Act, sottolineando però la necessità di procedure più rapide ed efficaci per sostenere chi subisce abusi psicologici online.
Il talk ha posto l’accento anche sulla responsabilità delle piattaforme digitali, chiamate a intervenire con maggiore tempestività nella moderazione dei contenuti e nella gestione delle segnalazioni. Ma la sfida, è stato ribadito, è soprattutto culturale: occorre educare alla cittadinanza digitale fin dalle scuole, lavorare con famiglie e media per sviluppare rispetto e consapevolezza.
Un appello è andato in particolare agli adulti: molti ragazzi e ragazze non denunciano per paura di non essere creduti, perché il mondo adulto spesso fatica a riconoscere le violenze digitali come vere forme di abuso. Per aiutare è necessario ascoltare, credere alle vittime ed entrare nel loro universo digitale, comprendendo come vivono i social e quanto siano centrali nella loro quotidianità.
Il WIRED Next Fest Trentino è organizzato da WIRED Italia in partnership con la Provincia autonoma di Trento – Assessorato allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca - Trentino Marketing, Trentino Sviluppo, Azienda per il Turismo Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo, Comune di Rovereto.
Lavora alla costruzione del palinsesto il Comitato scientifico presieduto dall'Head of Content di WIRED Italia, che vede la partecipazione dell’Università degli Studi di Trento, della Fondazione Bruno Kessler, della Fondazione Edmund Mach, della Fondazione Hub Innovazione Trentino, dell’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa - IPRASE e del MUSE - Museo delle Scienze.
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