Orientamenti dell’attività educativa della scuola dell’infanzia
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 15 marzo 1995, n. 5-19/Leg.
Approvazione degli orientamenti dell'attività educativa della scuola dell'infanzia
(b.u. 2 maggio 1995, n. 20, suppl. ord. n. 2)
4. Identità, domanda di senso ed educazione religiosa
Il mondo in cui il bambino è immerso rappresenta una costante fonte di interrogativi, di stimoli e di problemi che egli cerca di inserire in un contesto di significato il più possibile coerente e giustificabile. Tra questi interrogativi assumono specifica rilevanza - come realtà che sollecitano il bisogno ed il desiderio di conferire un senso non provvisorio al proprio ed all'altrui vivere, di sentirsi giustificato di esistere e di interpretare in modo significativo la realtà del cosmo e delle altre persone - il perché del mondo, la presenza del male, della sofferenza, del dolore e della morte, lo stupore davanti alla grandezza, alla bellezza e alla bontà. È evidente, in tutto questo, la richiesta di dare fondamento di senso e, quindi, coerenza e sicurezza, alle esperienze profonde che il bambino vive, segno dell'aspirazione ad un ambiente pacificato e ad una umanità giusta e felice nonché di un bisogno radicale di appartenenza e, al contempo, di accoglienza e di disponibilità, come atteggiamenti relazionali capaci di realizzarla. Fa quindi parte del costituirsi dell'identità anche l'autotrascendenza come apertura all'altro che giunge fino a dilatarsi all'altro nella sua trascendenza. A questo bisogno del bambino vengono offerte risposte da parte di sistemi plurimi di significato, tra i quali la religione si pone come sistema concreto di risposta alle domande di senso all'interno di un determinato contesto storico, culturale e simbolico che ne consente la strutturazione e ne definisce la peculiarità. La scuola si propone di valorizzare la capacità di interrogarsi e di stupirsi come condizione per perseguire finalità di accoglienza, disponibilità, conoscenza ed apprezzamento nella ricerca dei perché, in cui il confronto con gli elementi della religione cristiano-cattolica assume i caratteri propri di un'attività educativa della scuola e nella scuola, che si distingue dalle finalità di adesione alla fede tipiche della catechesi ecclesiale e si rapporta agli aspetti fondamentali di altre religioni ed ai sistemi non religiosi di significato. Nella realtà del Trentino, i valori evangelici - quali la paternità di Dio e la fratellanza universale, l'amore, la speranza nella vita oltre la morte, la solidarietà, il dialogo con Dio e con gli uomini, la salvaguardia del creato - identificano il cattolicesimo come la risposta religiosa più presente e condivisa. Questi valori e significati ed i corrispondenti segni che li esprimono, vanno considerati, in quanto costituiscono un dato effettivamente incluso nella realtà vitale del bambino, come elementi di rilevante importanza del progetto educativo che lo riguarda. Una particolare attenzione - in relazione anche al mutarsi del clima e del panorama culturale nel campo delle espressioni religiose ed allo scopo di favorire il rispetto ed il dialogo e di evitare, in ogni caso, qualsiasi tipo di discriminazione e di emarginazione - va prestata alla valorizzazione della diversità di posizioni religiose e non religiose presenti nel vissuto dell'interazione educativa. In questo senso, è di centrale importanza promuovere il confronto aperto e la collaborazione fra esperienze culturale e religiose diverse.