Strumenti (Protocollo d'accoglienza, PDP, scheda di passaggio e altro)

Questa pagina contiene diversi strumenti aggiornati e coerenti con le indicazioni contenute nelle  Linee guida 2012 per le istituzioni scolastiche e formative della provincia di Trento - Inserimento e integrazione degli studenti stranieri.
Tali strumenti sono rivolti principalmente agli Istituti Comprensivi di Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado ma, con gli opportuni adattamenti, sono utilizzabili anche dagli Istituti di Scuola Secondaria di Secondo Grado e dai Centri e istituti di Formazione Professionale.
Ogni strumento è presente in formato word ed è preceduto da una breve presentazione che ne chiarisce gli scopi e le corrette modalità di utilizzo.
In questa pagina trovate anche tre appendici con materiali specifici e aggiornati, utili per la compilazione di alcune parti di vari strumenti (APPENDICE ABILITÀ LINGUISTICHE - APPENDICE STRUTTURE GRAMMATICALI - APPENDICE STRATEGIE E STRUMENTI).

Negli strumenti a compilazione, molte sezioni non prevedono solo spazi vuoti da riempire, ma offrono la gamma delle varie possibilità e opzioni tra cui scegliere (per descrivere correttamente una situazione, indicare le scelte effettuate, specificare gli interventi messi in atto, descrivere le strategie adottate, ecc.). Tali strumenti risultano di conseguenza molto corposi quindi, nel momento della loro compilazione, vanno snelliti lasciando solo le opzioni selezionate e cancellando tutte le altre. Se ne raccomanda perciò, il loro utilizzo in formato digitale, evitando così di stampare parti e pagine inutili ed arrivando invece ad ottenere strumenti snelli, efficaci e utili in termini, appunto, di strumenti e non di meri adempimenti burocratici, funzionali alla promozione dei percorsi scolastici degli studenti di madrelingua non italiana.

In tale ottica tutti gli strumenti qui presenti possono essere integrati e modificati (ovviamente senza decurtarli e salvaguardando la loro completezza e articolazione in tutte le parti essenziali) con l'obiettivo prioritario di adattarli alle specifiche situazioni dei singoli studenti, per supportare il più possibile i loro percorsi di apprendimento e di vita, spesso irti di difficoltà e di sfide da superare.
Un'ultima avvertenza: si raccomanda di usare tutti questi materiali consultando sistematicamente le Linee guida 2012  (in alcuni di essi sono tra l'altro riportate precise note che rimandano a capitoli e paragrafi specifici), poiché tale documento normativo e operativo contiene tutte le indicazioni, i suggerimenti e gli approfondimenti che consentono un utilizzo preciso e corretto di ogni strumento.

Protocollo d’accoglienza

Seguendo le indicazioni contenute nel capitolo 4 delle  Linee guida 2012 , è stata stesa una forma snella e agevole di protocollo d'accoglienza, che non ripete le istanze e i punti di attenzione già presenti nel capitolo 4, ma li traduce in termini operativi, descrivendo, per ogni fase che caratterizza l'accoglienza degli studenti di madrelingua non italiana neo-arrivati, il chi fa che cosa, il come, il quando, il dove e i materiali interessanti e funzionali allo scopo. In quest'ultima sezione sono elencati sia materiali cartacei che materiali on line, con tutte le indicazioni utili per la loro reperibilità; va da sé che si tratti di una sezione da arricchire ed aggiornare periodicamente.

L'intero strumento va in ogni caso inteso come esempio da contestualizzare, modificare e integrare sulla base delle specifiche realtà delle singole istituzioni scolastiche e formative.

MODULO

Traccia per la rilevazione della biografia personale, familiare, scolastica e linguistica

Si offre qui una versione completa e aggiornata di uno strumento direttamente correlato al protocollo d'accoglienza: una traccia predefinita che il referente per le iniziative interculturali dell'Istituto può seguire nelle fasi della prima conoscenza di studenti neo-arrivati, così come indicato nel capitolo 4 delle Linee guida 2012 . Si tratta di uno strumento da usare con flessibilità e da completare via via in momenti successivi.

In particolare, la parte relativa alla competenza in italiano L2 non va ovviamente considerata nel caso lo studente neo-arrivato non abbia alcuna conoscenza della lingua italiana, eventualità peraltro da non dare mai per scontata. In caso diverso, va compilata da persone in possesso delle competenze necessarie in tema di acquisizione di una lingua seconda (in particolare in riferimento ai livelli di competenza forniti dal QCER e all'analisi degli stadi dell'interlingua), nonché fornite degli strumenti di valutazione necessari (si veda a questo proposito la sezione materiali presente nella tabella “prima conoscenza” del protocollo d'accoglienza). È una parte che va condotta in momenti specifici, dedicati e ben preparati, e quindi successivi ai colloqui iniziali con lo studente e la sua famiglia.

L'idea di fornire una nuova versione della traccia per i colloqui iniziali (strumento ormai in uso da diversi anni nelle istituzioni scolastiche e formative) è nata dalla necessità di offrire uno strumento coerente, sia nel contenuto che nella forma, con gli altri strumenti presenti in questa area (in particolare la scheda per il percorso didattico personalizzato e le schede passaggio) in modo da renderli tutti più immediatamente compilabili, fruibili e collegabili tra loro.

MODULO

Scheda per il percorso didattico personalizzato (PDP)

Tale strumento concretizza quanto contenuto nel capitolo 5 delle Linee guida 2012 . Si tratta della scheda per compilare il percorso didattico personalizzato (PDP), che va definito sia per gli studenti neo-arrivati sia per gli studenti di più remota immigrazione o nati in Italia, che presentino particolari bisogni linguistici o di apprendimento. La scheda per il PDP è completa di tutte le parti previste dalle Linee guida 2012 e corredata di tre importanti appendici con materiali specifici e aggiornati, molto utili ai fini di una corretta ed efficace compilazione. La prima delle tre appendici è utilizzabile anche per la compilazione di alcuni altri strumenti riportati nella presente pubblicazione.

Si ricorda che i PDP compilati sono strumenti essenziali per attuare la personalizzazione dei percorsi degli studenti di madrelingua non italiana e la loro conseguente valutazione. Non si tratta quindi di meri adempimenti burocratici, ma di documenti di programmazione preventivi e condivisi dal consiglio di classe, che descrivono e formalizzano le scelte sul percorso e gli interventi predisposti per lo studente. Sono dunque strumenti operativi e di riferimento necessari per l'azione didattica di ogni docente, devono perciò essere accessibili in qualsiasi momento per ogni componente del consiglio di classe, anche per essere aggiornati in base ai bisogni via via rilevati, ed essere inseriti nel fascicolo personale dello studente.

Si ricorda inoltre che, nella stesura del PDP, assume un ruolo di supporto importante il referente per le iniziative interculturali dell'Istituto, in particolare per la compilazione della parte relativa alla biografia personale, familiare, scolastica e linguistica dello studente, al quale però non va in nessun modo delegata la stesura delle altre parti, alcune delle quali saranno il frutto di una riflessione e condivisione da parte del consiglio di classe, altre spetteranno ai singoli docenti quali responsabili delle proprie discipline di insegnamento e dei propri studenti.

Si ribadisce, a proposito di questo strumento, quanto già sottolineato nelle "indicazioni per l'uso" riportate in premessa: molte sezioni non prevedono solo spazi vuoti da compilare, ma offrono la gamma delle possibilità e opzioni tra cui scegliere; nel momento perciò della sua compilazione, non in cartaceo ma in digitale, al fine di renderlo uno strumento snello, efficace e funzionale, vanno lasciate solo le opzioni selezionate e cancellate tutte le altre. Si veda a questo proposito l'esempio di PDP.

Si sottolinea infine che la declinazione della programmazione personalizzata per le singole discipline va realizzata a partire dalla specifica situazione linguistica e di apprendimento dello studente e aggiornata secondo una scansione temporale decisa autonomamente dal singolo docente disciplinare, sulla base dei cambiamenti registrati e dei bisogni formativi via via rilevati. Nella scheda PDP sono già riportate, per maggior facilitazione dei docenti, tutte le competenze in uscita dal primo ciclo di istruzione previste dai Piani di Studio Provinciali (in alcuni casi leggermente riformulate in considerazione della situazione degli studenti di madrelingua non italiana, ma non modificate nella sostanza), ma ciò non va inteso in maniera tassativa: ogni docente disciplinare, sulla base di un'attenta analisi della specifica situazione del suo studente, può decidere di puntare prioritariamente su alcune competenze piuttosto che su altre e declinarle coerentemente in abilità e conoscenze, in un'ottica di essenzialità e flessibilità, cosi come previsto dalle Linee guida 2012. È inoltre fondamentale che ogni docente, per ogni singolo percorso disciplinare personalizzato, descriva, oltre alle competenze essenziali su cui puntare, anche le strategie, gli strumenti, gli approcci metodologici, i tipi di intervento e le modalità di verifica che intende adottare per consentire allo studente di maturare ed esprimere tali competenze, nel rispetto della sua particolare situazione linguistica e di apprendimento. A questo scopo può essere molto utile consultare l'APPENDICE STRATEGIE E STRUMENTI.

Qualora lo studente si dimostri in grado di seguire agevolmente la programmazione di classe in una o più discipline, senza quindi la necessità di particolari scelte sul percorso o di particolari strategie e attenzioni metodologiche, per tali discipline non va specificato o articolato nulla, è sufficiente apporre una crocetta sulle opportune caselle della tabella riportata alle pp. 8 e 9 del modello qui allegato.

Appare in conclusione pleonastico sottolineare che non ha alcun senso compilare la scheda PDP a ridosso delle valutazioni di fine quadrimestre senza aver prima avviato alcuna riflessione e, conseguentemente, aver preso decisioni e messo in atto interventi: il PDP è uno strumento fondamentale di programmazione preventiva che deve in primo luogo, e per tempo, descrivere le scelte sul percorso dello studente e guidare di conseguenza le azioni da intraprendere e le strategie da adottare; solo in questi termini potrà poi divenire, coerentemente, il punto di riferimento imprescindibile per qualsiasi valutazione degli apprendimenti e dei progressi dello studente, così com'è efficacemente espresso nel paragrafo 5.1 delle  Linee guida 2012 , intitolato "La valutazione è specchio della progettazione", in cui si ribadisce con forza che personalizzazione e valutazione sono due processi profondamente e necessariamente connessi.

MODULO

Scheda Laboratorio L2

Si tratta di uno strumento di facilitazione della comunicazione tra il consiglio di classe e il facilitatore linguistico, che redige un profilo al termine del laboratorio di italiano L2 frequentato dallo studente.

La scheda prevede quattro tipi di laboratorio di italiano L2: laboratorio per lo sviluppo delle competenze di lettura e scrittura in alfabeto latino, laboratorio per la comunicazione interpersonale, laboratorio per lo studio, laboratorio per la preparazione all'esame di stato. Il facilitatore linguistico, nel compilarla, lascia solo il tipo di laboratorio frequentato dallo studente e cancella gli altri.

Così come indicato nelle Linee guida 2012 , l'esperienza del laboratorio di italiano L2 fa parte integrante del percorso didattico personalizzato dello studente di madrelingua non italiana e va riconosciuta e valorizzata dal consiglio di classe. Le valutazioni espresse dal consiglio di classe considerano anche gli elementi valutativi forniti dal facilitatore linguistico e rappresentano la sintesi di quanto raggiunto sia in classe che nel laboratorio. Lo strumento qui presentato è stato appositamente redatto a tale scopo.

MODULO

Scheda di passaggio

Tali strumenti, coerenti nel contenuto e nella forma con la scheda PDP, contengono tutti gli elementi di conoscenza necessari alla scuola secondaria di primo grado, oppure alla scuola secondaria di secondo grado e alla formazione professionale, per promuovere un inserimento positivo dello studente con specifici bisogni linguistici e di apprendimento in uscita dalla scuola primaria o dalla scuola secondaria di primo grado e proseguire così nella maniera più efficace possibile la promozione del suo percorso scolastico e formativo.

Si suggerisce che le schede passaggio vadano a questi inviate via mail dai colleghi referenti dei gradi inferiori nei mesi di maggio-giugno (sulla base delle singole scelte orientative espresse dalle famiglie, per quanto riguarda gli studenti in uscita dalla scuola secondaria di primo grado). Ciò consente alle scuole dei gradi superiori di conoscere per tempo e in maniera dettagliata la situazione dei loro nuovi studenti di madrelingua non italiana con specifici bisogni, nonché gli interventi messi in atto dalle scuole di provenienza e le figure professionali coinvolte, evitando dannose perdite di tempo.

Al bisogno, le schede passaggio possono essere integrate con comunicazioni dirette tra i referenti per le iniziative interculturali dei diversi gradi scolastici o con visite degli studenti alla nuova scuola, con l'accompagnamento dei referenti.

Per l’invio alla nuova scuola è necessaria una liberatoria da parte dei genitori o dei tutori.

MODULO

Appendice abilità linguistiche

Il materiale di seguito riportato è il risultato dell'analisi, l'adattamento e l'integrazione di due fondamentali documenti: il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER)16 e il Profilo della lingua italiana17.
Il QCER descrive in modo esaustivo ciò che, chi studia una lingua, deve imparare per usarla per comunicare e indica quali conoscenze e abilità deve sviluppare per agire linguisticamente in modo efficace. Il QCER articola la competenza comunicativa in una serie di scale, costituite da descrittori in cui si illustra cosa l'apprendente sa fare con la lingua.
I livelli di competenza secondo il QCER sono: A1-contatto (livello elementare), A2- sopravvivenza (livello elementare), B1–soglia (livello intermedio), B2-progresso (livello intermedio), C1-efficacia (livello avanzato) e C2-padronanza (livello avanzato).
I descrittori che definiscono i livelli di competenza sono espressi in modo trasparente e realistico e hanno la fondamentale caratteristica della positività: gli enunciati esprimono ciò che l'apprendente è in grado di fare e sono formulati in termini positivi fin dai livelli iniziali.
Il QCER è dunque uno strumento di riferimento molto utile, di cui va però fatto un uso responsabile e flessibile, modificandolo e adattandolo ai bisogni degli specifici apprendenti. Nato infatti nell'ambito dell'insegnamento delle lingue europee in genere, intese come lingue straniere, è uno strumento che stabilisce, per accordo e perciò convenzionalmente, che cosa un apprendente adulto sa fare con la lingua straniera in determinate situazioni comunicative. È necessario quindi tenere presente che lo studente straniero inserito in una classe italiana è un destinatario con caratteristiche molto diverse in termini di età, bisogni, contesti di apprendimento ecc. È per questo motivo che nell'APPENDICE ABILITÀ LINGUISTICHE sono riportati i descrittori mutuati dal QCER, ma modificati e adattati per essere maggiormente rispondenti alla situazione dello studente di origine straniera inserito nella scuola primaria o secondaria di primo grado italiana. A tal fine tali descrittori sono stati confrontati e integrati con quelli presenti in un utilissimo strumento complementare del QCER, il Profilo della lingua italiana, il cui scopo è quello di descrivere i contenuti linguistici dei livelli A1, A2, B1 e B2, specificamente per l'italiano, che un apprendente deve conoscere al fine di sviluppare una competenza appropriata ad agire linguisticamente, così come indicato dai descrittori del QCER. Su tali basi, il Profilo della lingua italiana si rivolge a tutti coloro che, a diverso livello, operano nel campo nell'insegnamento/apprendimento dell'italiano come lingua non materna.
Si sottolinea infine che, ai gradini più alti della scala del QCER, C1 e C2, le competenze descritte presuppongono un parlante con capacità personali e livelli di istruzione elevati; ne risultano cioè dei profili che anche i parlanti italofoni possono raggiungere solo nelle fasi conclusive dei percorsi di istruzione. È per questo motivo che nell'APPENDICE ABILITÀ LINGUISTICHE sono riportati solo i livelli A1, A2, B1 e B2.
I descrittori dell'appendice sono estremamente utili sia per fare una precisa "fotografia linguistica", per l'italiano come L2, dello studente di origine straniera, sia per programmare, proprio a partire da tale descrizione dettagliata dei suoi livelli di competenza, su quali abilità diviene importante lavorare per farlo ulteriormente progredire. In altre parole, sono indispensabili per dire con precisione "cosa sa fare lo studente con la lingua" e "cosa realisticamente potrà arrivare a saper fare con la lingua" nel suo processo di acquisizione spontanea, assecondato, potenziato e integrato da adeguati e coerenti interventi di insegnamento. 

16 Consiglio d’Europa, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, La Nuova Italia, Firenze, 2002.
17 Spinelli B., Parizzi F., Profilo della lingua italiana. Livelli di riferimento del QCQE A1, A2, B1 e B2, La Nuova Italia, 2010

APPENDICE

Appendice strutture grammaticali

Le tabelle riportate nell'APPENDICE STRUTTURE GRAMMATICALI riguardano la capacità d'uso delle strutture grammaticali necessarie a veicolare le funzioni linguistiche caratterizzanti un determinato livello. Ad esempio, se la funzione della narrazione è introdotta a partire da A2, a questo livello (e non prima) è necessario prevedere il ricorso a determinate strutture che veicolano tale funzione, quali potrebbero essere le forme del presente indicativo, del passato prossimo dei verbi più comuni e dell'imperfetto di essere e avere. Tali strutture vengono poi progressivamente applicate a un repertorio lessicale più ampio e affiancate da altre più complesse via via che l'apprendente avanza nei livelli di competenza linguistica. L'indicazione delle strutture grammaticali nelle tabelle non si riferisce quindi alla capacità di padroneggiarne l'uso in tutta la loro gamma e complessità, né alla padronanza delle conoscenze metalinguistiche che consentono di descriverle e classificarle, ma alla capacità di utilizzarle per veicolare determinate funzioni linguistiche. Una grammatica, quindi, orientata all'efficacia comunicativa. Tutto ciò allo scopo di facilitare una programmazione integrata e coerente dei contenuti da proporre agli apprendenti, fondata sul “saper usare la lingua” e non sul saperla descrivere o classificare. 
Le tabelle sono state riprese, adattandone gli esempi per renderli più adeguati ad apprendenti della scuola primaria e secondaria di primo grado, dal Profilo della lingua italiana21.

21 Spinelli B., Parizzi F., Profilo della lingua italiana. Livelli di riferimento del QCQE A1, A2, B1 e B2, La Nuova Italia, 2010

APPENDICE

Appendice strategie e strumenti

La tabella riportata nell'APPENDICE STRATEGIE E STRUMENTI offre un repertorio di indicazioni metodologiche, strategie e modalità di intervento e verifica, atte a consentire allo studente di madrelingua non italiana di sviluppare ed esprimere le competenze linguistiche e disciplinari previste nel suo percorso didattico personalizzato.

Tale repertorio, da considerarsi sicuramente aperto, integrabile e declinabile in base alle diverse discipline, ha una duplice valenza: da una parte descrive con parole precise ciò che molti docenti già mettono in atto nell'ambito dei propri insegnamenti; dall'altra offre idee, spunti metodologici, stimoli su cui gli insegnanti possono riflettere per sperimentare nuove modalità di intervento e per approfondire impostazioni e approcci ancora poco conosciuti, in un'ottica di continuo aggiornamento e crescita professionale.

Alcune indicazioni contenute nella tabella sono di natura più prettamente linguistica ma, poiché la lingua è trasversale a ogni disciplina e ogni docente deve essere "facilitatore di lingua" per la propria materia (e non solo per gli studenti di origine straniera), esse possono essere utili a qualsiasi insegnante. Tali indicazioni, oltre a puntare l'attenzione sull'urgenza di integrare i bisogni di studenti dal profilo linguistico molto diverso, sottolineano la necessità di ricorrere a un repertorio diversificato, variabile e ricco che esca da un modo di fare scuola prevalentemente verbale e trasmissivo, che non regge nelle classi di oggi, sempre più eterogenee (indipendentemente dalla presenza dello studente di madrelingua non italiana).

APPENDICE

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